Villa Castelli – Un femminicidio che forse si poteva evitare

Villa Castelli, com’è ormai noto, si è svegliata stamattina con una notizia terribile. Giuseppina Fumarola è stata uccisa, a colpi di fucile, dal suo ex compagno Vito Sussa che poi si è impiccato nella sua abitazione.

Giusy, che non era più tranquilla, non riusciva più a gestire, da sola, questa relazione che aveva deciso di troncare, tanto da chiedere aiuto alle persone di cui si fidava di più. E che non avesse sporto denuncia formale alle forze dell’ordine non indica certamente che ci fosse omertà, come qualcuno ha scritto.

Giusy era circondata da persone che le volevano bene, i figli, la sua famiglia, le sue colleghe, i suoi amici, eppure nessuno ha potuto evitare quanto accaduto, sebbene tutti sapessero, da tempo, del suo tormento.

Nessuno si aspettava questo triste epilogo; eppure, i fatti di cronaca dovrebbero farci riflettere quando si continua a parlare di femminicidi. Si pensa sempre che siano fatti lontani dalle nostre realtà, che tanto a noi non può accadere ma si dovrebbe riflettere su quanto sia complessa la mente umana e su quanto le persone abbiano bisogno di sostegni qualificati.

Dover gestire situazioni di forte stress da soli è impensabile oramai ed è per questo che dovremmo avere l’abitudine di rivolgerci a psicologi, assistenti sociali senza avere il timore di essere etichettati in malo modo.

E allora insistiamo con forza affinché i servizi del nostro territorio vengano rinforzati e affinché diventi una abitudine chiedere aiuto.

Parliamo più spesso dei Centri Antiviolenza che organizzano ed erogano attività di ascolto e accoglienza, assistenza, aiuto e sostegno alle donne vittime di violenza sole o con minori. Le orientano nella scelta dei servizi sociosanitari e assistenziali territoriali, favorendone al contempo il percorso di reinserimento sociale e lavorativo.

Parliamo anche dei soggetti abusanti; la Provincia di Brindisi ha da tempo attivato “Dalla parte del lupo”, un Servizio della Rete LARA che offre agli uomini la possibilità di uscire dall’esperienza della violenza attraverso percorsi di elaborazione dei propri comportamenti.

In un paese come Villa Castelli, in cui i Servizi Sociali sono deboli perché carenti di personale stabile, in cui deve essere il Parroco o il Sindaco a farsi carico, a livello personale, dei problemi della propria gente, non possiamo più accettare che sia il fato, il destino, la casualità a dominare le situazioni di disagio.

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